Taccuino - Studio dell'avvocato Gaetano Maio

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Spigolature

La missione dell'avvocato

Secondo alcuni l'avvocato esplica una professione; per altri, forse in ottica denigratoria, è un mestiere.
Per i puristi è un operatore del diritto. A volte l'espressione usata dal terzo è frutto di opinione soggettiva, maturata su esperienza positiva o negativa.
In realtà chi indossa la toga sa che la sua è una missione.
L'avvocatura da sempre costituisce l'espressione più nobile dell'umana specie.
Lo si evince non solo da elementi lessicali, quali "advocatus", il chiamato, l'invocato dal terzo a sua difesa, e dal riconoscimento di un "onorario"
per la sua  prestazione, ma dal cammino minato che spesso
deve affrontare unicamente per difendere l'altrui diritto.
Un uomo può dubitare, avere incertezza, timore, paura, l'avvocato no.
Anche quando la toga diventa pesante per l'esecuzione del mandato ricevuto, l'avvocato  sa che rappresenta l'unico scudo costituzionale.
La indossa in difesa della legalità e non può né abbandonarla, affranto dal peso o dalla sfiducia, nè tradirla, nè permettere che terzi
la infangano. Nel tempo vi è testimonianza di tale nobile coscienza in tanti avvocati che hanno dato la propria vita pur di non venire meno alla loro missione.
I tempi attuali, connaturati da un abbondono sociale degli ideali, per le sofferenze che subisce il cittadino ed a volte per l'andamento della stessa giusitizia, oltre che lento , spesso ambiguo e deleterio, non possono mai scuotere i nobili principi dell'avvocatura.
Nell'insegnamento dantesco, restando quale roccia al vento, cosciente dell'alta missione,  resta quale unica speranza di giustizia per l'umanità sofferente.
Tanto deve averne coscienza chi si accinge oggi e nel futuro ad indossare la toga.
 
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